Leggo oggi sul Sole24Ore che l’art. 16 del cd. decreto legge ’anticrisi’ rende obbligatoria entro tre anni la PEC (posta elettronica certificata) per le imprese costituite in forma societaria e i professionisti iscritti in albi ed elenchi, nonché per tutte le amministrazioni dello Stato.
Di primo acchito m’è preso un colpo; poi ho riletto, ho rivisto quell’ "iscritti in albi ed elenchi" e ho tirato un sospiro di sollievo. Per la serie, una RuDP (niente a che vedere con il ribulosio difosfato :-P) che si smazza il commercialista.
Però, però. Ho cercato in rete, e ho trovato questo, dove leggo: "si tratta di un prodotto assolutamente unico al mondo e tutto “made in Italy”. Inoltre, sul piano tecnico non è interoperabile: difatti, affinché due o più soggetti possano comunicare mediante la PEC è necessario che tutti siano titolari di una casella di posta elettronica certificata, altrimenti viene generato un messaggio di errore corrispondente ad "anomalia messaggio" quando mittente o destinatario ha inviato un messaggio da una casella di posta che non è certificata"; insomma, i messaggi sarebbero comunque leggibili tra PEC e non PEC, "con l’unica conseguenza della mancanza di effetti legali."
(Nicola Fabiano per AltaLex, dal blog LaboratorioDirittoICT)Per non parlare dell’obbligo di creazione degli ennesimi elenchi... Insomma, l’ennesimo casino burocratico all’italiana?