12.5.09

Fin dove trascinano i romanzi storici

Sto leggendo un romanzo storico di Guido Cervo, Il segno di Attila.
Cercando informazioni sui cavalli degli Unni e sugli Unni, dei quali ho un vaghissimo ricordo scolastico, ho trovato questo sito sulle popolazioni nomadi che, in particolare, qui parla di popolazioni nomadi equestri, e qui parla di unni, citando anche i loro cavalli e un autore romano, Publio Flavio Vegezio Renato (II metà del IV- prima metà del V secolo d.C.), "esperto di cose militari, [che] in una sua opera di carattere veterinario descrive le particolarità del cavallo unno che, come il cavaliere, descritto per la prima volata da Ammiano Marcellino, è diverso dal conosciuto. Gli Unni arrivano quindi, con i propri cavalli sconosciuti, almeno ai Romani."
(Tra l'altro, Vegezio è l'autore della famosa frase stracitata "si vis pacem, para bellum".)
Ho quindi cercato questo autore e ho trovato una bibliografia in cui viene citata proprio quell'opera veterinaria, nota con il nome di 'mulomedicina', che viene ben analizzata qui: questo testo (in inglese) riporta in parte la traduzione dal latino del testo di Vegezio, e anche esattamente quel che cercavo: le descrizioni delle varie razze antiche, tra cui appunto i cavalli degli Unni, fatta da un autore dell'epoca e non per speculazione moderna ;-)
Mooolto bello :-)