29.6.12

Lo zen e l’arte di tenere pulita la cucina,

Cap. 1: Lo zen e l’arte di lavare le stoviglie.

Ovvero, dato che essendosi bloccato lo scarico del lavandino è andata in blocco anche la lavastoviglie, e ovviamente l’idraulico sblocca solo quanto gli compete, cioè il lavello; e dato che solo un tecnico (che furbata, eh?) può sbloccare la centralina e/o il tubo e/o lo scarico e/o quello che è della lavastoviglie, sono senza lavastoviglie fino a martedì.

Fortunatamente, ci sono lavori peggiori da fare in estate, con Caronte o comesichiama ancorato sopra il paese con tutto il suo caldo umido. Stirare, per esempio, che non è zen, è solo masochista :)

Tra l’altro mi son resa conto che, tecnologia o no, i bicchieri li lavo meglio io della mia lavastoviglie.

Niente mantiene il lavello pulito come una lavastoviglie rotta, comuque. Lavello: il che mi ricorda l’amica senese alla prima volta che le ho nominato un lavello, amica che mi ha guardata facendo EH? con due occhi spalancati così, per poi rispondere AH, tù ‘ntendi l’acquaio! Che bella parola, acquaio :-) Più sento parlare i toscani più adoro la loro parlata. Dev’essere l’influenza di quell’ottavo di sangue toscano che m’arriva dalla bisnonna di Figline Valdarno.

Meno male che c’è Caronte, però, così m’asciuga tutto in un baleno, anche se poi, se ci pensi, tra sei orette al massimo siam daccapo… D’altronde l’ho detto che è un lavoro zen, no?