9.2.14

In Svizzera hanno i boschi sacri…

...noi gli smottamenti. Quando arriva l'acquazzone guardiamo il cielo, ci lamentiamo, imprechiamo se le montagne vengono giù, organizziamo raccolte fondi per gli alluvionati, promettiamo che non succederà più, che si gestirà meglio il territorio, e poi tutto come prima fino alla prossima volta. Quando basterebbe poco, basterebbe aver rispettato la natura fin dalle origini. Gli svizzeri il rispetto per la natura ce l'hanno perfino nel dizionario.
Dal dizionario svizzero Elvetismi/ticinesismi:
Bosco sacro -> Bosco protettore: bosco sopra un abitato, che lo protegge da scoscendimenti e valanghe ed è quindi a sua volta protetto da tagli indiscriminati. Il termine compare in Ticino all'inizio dell'Ottocento (v. Lurati, pp. 159-160). In Leventina e Blenio si usa il termine fàura: bosco, in genere di conifere, sottoposto a norme severe per quanto riguarda lo sfruttamento. Sinonimo di faura è gaggio, esso pure di origine longobarda. Il taglio degli alberi era vietato nei boschi sopra i villaggi, per la loro funzione protettiva da valanghe e scoscendimenti. Altre faure potevano essere sfruttate a determinate condizioni. Dal latino medievale fabula, nel senso di "convenzione", con riferimento alla legislazione longobarda (-> Google libri): di più nel mio Piccolo dizionario del dialetto dell'Alta Leventina.”

(#coseimparatetraducendo – sottolineatura mia.)