12.8.11

Il regno del decluttering compulsivo

(Un post nato da qualche twit a ripetizione)

Ieri siamo andati a curiosare a Mercatopoli, per vedere cosa prendono, di cosa possiamo disfarci. In una vetrinetta c’erano un paio di Louboutin a 20(!!!) euro. Peccato che erano orrende, fiorate trasparenti, proprio il tipo di scarpe che metti tutti i giorni… La sede di zona è Villa Guardia, ed è incredibile la roba che non porta lì la gente, dagli articoli sportivi ai mobili ai soprammobili-orrendi-ricevuti-da-vecchie-prozie. (Appeso per aria c’era perfino un deltaplano. Ma voi lo comprereste un delta di seconda mano?) Guardavo e pensavo "ecco quasi che lo vendo anch'io, quello…" Ben che vada vendi, mal che vada la robba è già fuori casa e gliela lasci x beneficienza oppure, se proprio non la vogliono, la trasli direttamente in discarica :p

Questo se non torni tu a casa con altra robba! Oltre alle Louboutin, ho visto un Blackberry Curve a metà prezzo, lo Star Theater sempre a metà prezzo, un'ellittica che meno male che non mi ci sta in casa. E sul sito l’altro giorno c'era una Wassily di Breuer originale vintage a 800 euro. Meno male che non era alla sede di Villa Guardia, perché *mi piace da morire* e quella ce la farei stare, in casa :P Da un estremo all'altro: adoro la Wassily ma anche la Panton Chair… che se non altro in confronto costa un cacchio. Prima o poi… tenetemi :p

11.8.11

Decluttering, vacanze, pensieri sparsi

Leggendo i blogger minimalisti che abbondano ultimamente in rete, che tagliano e riducono perfino le case in cui vivono, pensavo che, dopotutto, vivrei bene anche con molto meno spazio rispetto a quello che ho. Poi però mi torna in mente una vecchia pubblicità della Rénault Espace che diceva qualcosa tipo la vera ricchezza è avere spazio. Naturalmente, che sia *il più vuoto possibile*, eh. In proposito, sto meditando di liberare altro spazio vendendo la cyclette, che tanto non la uso mai. Forse è meglio estrarre la vecchia MTB dalla cantina, che non far lavorare la cyclette in salotto ;-)

Quest’anno in valigia solo tre pantaloni (un bermuda, un corto, un lungo, tutti da trek), una T-shirt e tre camicie (senza maniche, maniche corte, maniche lunghe, tutte da trek), tre paia di scarpe comprese quelle da trek, maglia, pile, giacca. Enorme cambiamento dai chili di roba che mi tiravo dietro gli anni scorsi, senza mai metterla. Tanto poi la valigia era pesante ugualmente per colpa della roba del pargolo, che è un vuncio. Ah, ho ancora spazio per migliorare: della T-shirt avrei potuto benissimo fare a meno.

La fortuna dell’andare a cavallo senza avere il cavallo è che se vuoi dedicarti al tuo sport in vacanza hai bisogno di portarti dietro solo pantaloni, cap, stivaletti. Che stanno comodi sul sedile di dietro dell’auto. Il marito corre, ed è più minimal di me… maglietta, calzoncini, scarpe. Poi ci frega il pargolo, che vuole tirarsi dietro le MTB. (Poi abbiam fatto i minimal lo stesso, e le abbiamo affittate.)

Non c’è volta che scendendo dalla Valtellina non ci fermiamo allo spaccio Mello’s o Ande (e dire che da bambina ci si fermava alla Galbusera :-P). Non compro mai niente, che di abbigliamento sportivo ho già tutto quel (poco) che serve. Quest’anno non ho resistito a due camicie, una a maniche corte, una a maniche lunghe. In vacanza mi son resa conto che (era ora) le indosso + volentieri delle T-shirt, e mi son ripromessa che entrate due camicie nell’armadio, sarebbero uscite due T-shirt. Appena arrivata a casa ho aperto il cassetto delle T-shirt, per mantenere la promessa, e invece di eliminarne due le ho eliminate quasi tutte. Poi al mucchio ho aggiunto l’ultimo paio di vecchie scarpe da corsa, una vecchia borsa, due vecchi abiti.

Chi passa di qua si chiederà come diamine faccia una ad avere così tanti chili di roba da declutterare, ogni volta. Questa fa finta, pensate, o è una capitalista pentita. Capitalista sì, ma delle magliette stracciate… Sarà di famiglia (quando abbiamo vuotato il solaio della bisnonna c’è stato da mettersi le mani nei capelli), ma qua abbiamo la maledetta mania di tenere tutto, perché non si sa mai… avendo spazio, e non avendo mai traslocato (sicché non m’era mai presa la paura di dover spostare tutto altrove) avevo robba acquistata 15+ anni fa, e naturalmente negli anni se ne acquista altra, e poi è tutto talmente stipato che non trovi le cose, e per il principio di Pareto indossi il 20% delle cose per l’80% del tempo – dimenticando che hai un 80% di cose diventate vecchie e conciate che potrebbero benissimo prendere altre strade.

Per esempio una tipo questa. Pescata solo l’altro giorno, e sì, ho accumulato un sacco di Good Karma, regalando sacchi di vestiti vecchi alla Caritas, che non c’era niente di firmato per cui non mi girano i cabasisi, però magari se adesso riesco a monetizzare qualcosa dalle inevitabili robe del pargolo (abiti, passeggini, sdraiette, ecceteraeccetera) son più contenta.

E se parlo delle interminabili cose del pargolo mi ci vuole un post apposta, per cui per ora basta così. Sta diventando una regola, qui, il basta così :)

9.7.11

Un GRANDE!

“Perla di saggezza - Ascolta il tuo cuore, ascolta la tua testa, poi tua moglie ti dirà cosa fare.”
(Facciotuttodaseduto)

4.7.11

Repulisti

Dopo il primo e il secondo repulisti, continuo a sfrondare, eliminare, scartare.

Il mese scorso ho sfrondato la ‘galleria d’arte’ del pargolo, che prendeva tutta una parete dell’ufficio, lasciando solo pochi pezzi significativi.

Sabato, mentre faccio la polvere, mi chiedo all’improvviso “Ma che me ne faccio di ‘sto stereo, che l’ultima volta l’avrò usato otto anni fa?”… ebbene sì, ho fatto il decluttering dello stereo. Da figlia degenere di papà multimediale appassionato di musica – sì, uno di quelli con lo stereo che sembra una base spaziale, con casse degne di un concerto di Pollini (Maurizio, non il produttore di scarpe), cui dà fastidio anche il fruscio in decollo di una mosca a Taiwan – ascolto musica praticamente solo sull’iPod, o sul pc, o sulla piccola radiostereo in cucina… e lo stereo verrà deviato verso i lidi del nonno multimediale di cui sopra, ché magari non legge più tanto bene i ciddì, ma le casse vanno benissimo e sono certa che saprà come riciclarle ;)

Spostato lo stereo, lì accanto vedo le ultime 15 videocassette rimaste dal repulisti dell’anno scorso. Chissà, magari l’ultima volta pensavo che avrei rivisto più spesso Harry e Sally o Pomodori verdi fritti, dopo che erano lì a prender polvere da un decennio… ciaociao, plastica da riciclare! Ne ho conservate sei: una con la registrazione della casa in ristrutturazione, una con il filmino del matrimonio, una musicale di Bryan Adams (primo regalo dell’allora moroso), e poi L’uomo che sussurrava ai cavalli (mio film cult), Colpo Vincente (film cult del marito), Air Jordan (che si sa mai il pargolo impari ad amare il baskettaro giusto), ma solo perché verranno girate al nonno multimediale perché le riversi in DVD. Ah e le prime due resteranno comunque in archivio, ché i dividì dopo un po’ van rifatti, mentre videocassette di quindici anni fa si vedono ancora benissimo…

A fine giornata, dopo aver ulteriormente giapponesizzato la casa eliminando o riponendo cose (l’obiettivo sarebbe soprammobili-rari-tendenti-a-zero, ed è una dura lotta per una che ha sposato Entropia e generato Caos*), sono ripassata dal pc e ho sfrondato ancora, eliminando qualche altro contatto di Twitter e faccialibro, lasciando solo i blogger comaschi nella dashboard di Blogger e i blog che bene o male leggo almeno una volta la settimana nel blogroll.

Da che ne deriva che no, un invito su Gùgolplus non mi interessa, ho definitivamente declutterizzato i socialcosi :)

*prima o poi entro col lanciafiamme nella cameretta di Caos, e povero lui se è in giro!