Ma in questo ha ragione Castelli: se tu, attore, stai interpretando un personaggio altoatesino o bergamasco, non lo puoi interpretare con una parlata che non è la sua. E quando Insinna dice: «Il problema è fare bene il proprio mestiere, in dialetto o in lingua poco importa» sbaglia alla grande, IMHO, perché se fai bene il tuo mestiere devi saper entrare nel personaggio anche dal punto di vista linguistico, altrimenti che attore sei? Se proprio non sai fare di meglio, allora attieniti a personaggi solo di un certo tipo, ma non venirmi a dire che la lingua non ha importanza. Non è questione di razzismi: qui si sta parlando di adattare i regionalismi al personaggio che interpreti. Per esempio, mi darebbe altrettanto fastidio sentire un Pieraccioni che fa il veneziano o il siciliano: semplicemente, non sarebbe credibile.
14.7.09
13.7.09
9.7.09
5.7.09
1.7.09
La ricercatrice delusa dall'Italia è partita per Boston
Rita Clementi, che l'altroieri aveva scritto a Napolitano per denunciare la situazione vergognosa della ricerca in Italia (sistema antimeritocratico, pessima gestione delle spese) oggi è partita per trasferirsi a Boston a lavorare. E ha fatto solo bene, ecco. Non è possibile che si trattino così dei geni come lei (certo che è un genio, mica è da tutti scoprire l'origine genetica dei linfomi maligni), ricercatori ancora precari a 46 anni, senza pensione, ferie, malattia, senza certezze sul futuro né sul presente.
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